Metodologie didattiche per un apprendimento attivo delle scienze

Quest'anno scolastico (2024-2025) i ragazzi delle classi prime della SSPG di Pinzolo hanno potuto sperimentare una didattica basata sull'apprendimento attivo delle scienze, propria dell'indagine scientifica, conosciuta con il termine inglese Learning by doing, imparare attraverso il fare, più precisamente Inquiry-Based Science Education (IBSE) apprendimento basato sull’indagine scientifica. 

La metodologia segue diverse fasi. Si parte dal brainstorming, domande stimolo, per attirare l'attenzione degli alunni, chiamarli in causa e spronarli nell’esprimere le loro curiosità. Si ascoltano e valorizzano le loro conoscenze pregresse. I contenuti variano a seconda delle richieste e degli interessi. Si progettano esperienze significative e concrete che gli alunni realizzano da soli e in una dimensione collaborativa. Significative perché partono da un contesto di senso, un problema motivante, di loro interesse, vicino alla loro realtà, importante per il loro futuro; concrete perché li vedono protagonisti attivi. Si passa poi ad una fase operativa usando schede report che guidano gli alunni nella stesura di una relazione scientifica, affinché da soli possano spiegare perché osservano, cosa osservano e che conclusioni possono raggiungere. La riflessione sul risultato, la loro capacità di riflettere su ciò che è stato fatto, perché e come, di riflettere su quanto hanno sperimentato, osservato e raccolto informazioni li conduce verso nuove conoscenze e curiosità. Capiscono come sia importante collaborare e condividere i risultati.

Il punto centrale della proposta consiste nell’organizzare le lezioni intorno a oggetti e materiali di facile reperibilità, esperimenti che i ragazzi possono fare sul proprio banco, a coppie o piccoli gruppi. 

Non manca, per facilitare i ragazzi nell’analisi e comprensione dei concetti più complessi, la tecnologia, che si utilizza sempre, in ogni lezione, tra cui programmi come BioDigitalHuman, MolView e programmi di simulazione come Phet Simulation. Applicazioni che permettono di accedere fin da subito a più di 1.000 elementi anatomici, strutture molecolari in 3D e di simulare esperimenti. 

Le motivazioni che spingono verso questo approccio didattico, sono soprattutto, che le nozioni vengano apprese non perché lette o sentite, ma sperimentate e viste. 

Le lezioni più apprezzate sono quelle in cui gli studenti hanno un ruolo più attivo, come quelle in cui si trovano coinvolti nella ricerca dei materiali per la costruzione ed elaborazione dei prodotti e la realizzazione degli esperimenti; quelle di simulazione al computer e quelle di ricerca di informazioni, ma anche la presentazione degli esperimenti e delle ricerche in modalità flipped classroom. 

Il programma di I-SSPG tocca tematiche come la fisica e chimica della materia: i ragazzi hanno costruito modellini di atomi e molecole, le proprietà fisiche dei fluidi sono state apprese non perché lette e studiate sui libri, ma sperimentate e viste con l’esperimento del “Diavoletto di Cartesio”, la biosfera: l’unità base dei viventi è stata riprodotta con modellini della cellula batterica, animale e vegetale con tutti gli organelli e componenti importanti.

wf   11111

rrrrrr    g.jj,n.n